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Cavi (impressioni in studio)

Cavi (impressioni in studio)

Cavi cavi. Ce n’è di cavi, ci si potrebbe fare il bagno dentro.

E’ un ambiente piccolo, pieno di robe. Oltre ai cavi ci sono cose inutili, pupazzetti sparsi in giro, una cornice digitale, una pallina di plastica morbida, lancette e lucine, spinotti, tastiere qwerty, monitor, e ancora cavi con attaccati aggeggi non ben identificabili.

Noi siamo qui, inutili, il meglio è già stato, il meglio è già passato, tutto è stato già detto da altri parecchio più in gamba di noi, ma noi facciamo come orecchie da mercante. Facciamo finta di non sapere nulla di gente con maschere di volpe, di tazze da tè volanti complete di piattini con piccole creaturine a bordo, di viaggi in Afghanistan su di uno studio-mobile, di concerti sui tetti…. di strumentazione fracassata sul palco e poi di idee, di colori, di sapori, di ambienti, di stati d’animo, tutta roba del passato. Chissenefrega adesso ci siamo noi.

O sarebbe meglio dire ci sono loro.

C’è fumo, c’è stanchezza. Siamo degli illusi e anch’io lo sono in un certo senso, ma almeno questo loro non lo sanno, o meglio se lo sono dimenticato, le note solide hanno distratto tutti, ci hanno stregati, ci hanno caricati, non si potrà più non notarle, fare finta di niente. Occupano spazio, sono giganti, alte, enormi per attirare di più l’attenzione.

Anch’io allora mi faccio prendere la mano. Comincio a vedere uno spiraglio di luce, comincio a crederci ma una parte di me resta fredda, disillusa, smaliziata. Meno due db, pan 60% L, compressione due a uno, attacco lento rilascio corto; è tutto inutile, giga di dati inutili, adesso i grandi sono altri, neppure tanto grandi poi, e comunque tutto è già stato fatto…

Forse se le chitarre fossero ben accordate, se il disegno della cassa fosse meno introiato, se il cantante fosse più intonato, ma no, non servirebbe a niente, nessuno comunque comprerebbe i loro dischi dice la mia parte fredda e bastarda; anche se sono così carini e simpatici che sarebbe bello vederli in tv così sinceri, così autentici.

Dico, Forse sarebbe meglio doppiare la voce, dovresti ricantarla sopra uguale. Effetto Madonna effetto Paola e Chiara penso, ma anche Beatles, perché no? Loro sono rapiti da tanta esperienza… Almeno così si camufferanno un po’ le incertezze e le stonaturine che l’orecchio della mia parte fredda e bastarda sente nitidamente e che viceversa loro, presi da sé stessi e dalle loro enormi note, non sentono per niente.

In realtà faccio il fonico solo perché dovevo pagare le bollette e non sapevo che pesci pigliare… Ho studiato agraria. Tecnico del suolo più che tecnico del suono…Meglio che non lo sappiano, hanno fiducia in me e di conseguenza in loro stessi. Io sono un approdo. “E’ un mondo difficile” recita la canzone, problemi famigliari, con i genitori, è sempre colpa loro! Quegli stronzi benpensanti si son riprodotti per scopi squisitamente personali. Ma poi i figli crescono e acquisiscono una loro personalità, idee proprie, volontà propria. Non era previsto, non è mai previsto che qualcuno la pensi in maniera differente e poi cominci a piantar grane.

Loro cercano di piantar grane con la musica, col volume, col fracasso.

Sono magri, magri, sui vent’anni, ma mangiano praticamente di continuo, mangiano un mare di schifezze, e mentre mangiano bevono birra, vino, cocacola; sono consumatori nati, nati in un mondo di abbondanza, di troppa abbondanza, abbondanza di cazzate, di porcherie, di commercio senza anima, di ideali traditi… Come potrebbero essere felici?